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GHIACCIO: cubetto pieno, cubo cavo, crushed o secco?
Scopri le caratteristiche del ghiaccio per cocktail
Pubblicato il 14/07/2017Il vero protagonista della miscelazione è il ghiaccio: dalla miscelazione al raffreddamento, non c’è cocktail che venga preparato senza la sua dose di ghiaccio. In questo articolo vogliamo analizzare le diverse tipologie di ghiaccio utilizzabili durante la preparazione di cocktail e drink a seconda dei diversi impieghi nel mondo della miscelazione.
Caratteristiche del ghiaccio per cocktail
Il ghiaccio non è solo qualcosa da aggiungere a un drink al solo scopo di raffreddarlo, ma è un vero e proprio ingrediente, che deve avere rispettare alcune caratteristiche di qualità ed estetiche per essere utilizzate. Il ghiaccio deve rispettare due caratteristiche fondamentali per un barteneder: la trasparenza e la tipologia o dimensione.
La trasparenza del ghiaccio
La qualità si misura innanzi tutto dall’effetto trasparenza del ghiaccio, che non è solamente un fattore estetico ma anche qualitativo. Il ghiaccio da utilizzare per la realizzazione di cocktail e drink deve essere trasparente: più limpido sarà il nostro cubetto di ghiaccio maggiore sarà la sua qualità.
Il ghiaccio è trasparente quando viene prodotto con un’acqua molto pura e oligominerale, priva di sostanze disciolte, solo in questo caso avremo un ottimo ghiaccio in grado di mantenere più a lungo la temperatura e annacquando di meno il cocktail.
Tipologie e dimensione del ghiaccio
Tra le diverse tipologie di ghiaccio, il cubetto di ghiaccio, che può essere sia pieno che cavo, è il più utilizzato dai bartender, sia per la preparazione dei cocktail serviti on the rocks, sia per preparare i cocktail dove gli ingredienti vengono raffreddati in un mixing glass per poi essere serviti senza ghiaccio.
Spesso il pubblico si interroga sulla quantità di ghiaccio presente all’interno di un drink e diffida dal bartender che riempie il bicchiere fino al bordo, senza sapere però che maggiore sarà la quantità di ghiaccio in un drink più tempo ci impiegherà a sciogliersi annacquando di conseguenza molto meno il cocktail.
Un'altra tipologia di ghiaccio molto utilizzato è il ghiaccio spaccato oppure crushed che viene utilizzato per i cocktail frozen e per i cocktail pestati. In questo caso il ghiaccio viene frantumato in scaglie di piccole dimensioni tramite l’utilizzo di macchine come gli ice crusher o direttamente nel blender.
Il ghiaccio pilée, o ghiaccio tritato, è quello utilizzato per la conservazione dei prodotti e NON è indicato per la preparazione dei cocktail.
Oggi, tra le diverse tendenze che si fanno strada nel mondo del bartending c’è anche il ritorno al cubo di ghiaccio intero da lavorare direttamente all’occorrenza, utilizzando la tecnica dell’ice carving, che richiede sicuramente tempo, maestria nell’applicazione e attrezzature specifiche. Per il ghiaccio scolpito si utilizzano delle vere e proprie sfere di ghiaccio, prodotte attraverso l’utilizzo di ice ball maker, che vengono realizzate riempiendo d’acqua pura stampi dalla forma sferica che si lasciano poi congelare.
L’ultima tipologia di ghiaccio è quella preferita dai bartender amanti dell’effetto scenografico, ovvero il ghiaccio secco, che è composto da anidride carbonica pura e viene fornito generalmente in piccoli cilindri con una lunghezza irregolare di 16mm di diametro. Nel campo del bartending l’utilizzo del ghiaccio secco trova un’ampio utilizzo per gli effetti scenografici provocati dal fumo. Per creare questo effetto sarà sufficiente mettere a contatto, con le debite precauzioni, il ghiaccio con la superficie liquida ed otterremo una nuvola di fumo.
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A prescindere da come sia fatto il ghiaccio in Flair Academy siamo comunque dell’opinione che il migliore sia quello all’interno del prossimo cocktail che avrete il piacere di gustare ;)